Il noto psicologo Carl Gustav Jung,che per primo formulo' la teoria degli archetipi,paragona la coscienza alla parte visibile di un isola,l'incoscio individuale a quella sommersa e l'inconscio collettivo,comune a tutti gli uomini,al mare che scorre al di sotto di essa.
Le carte parlano,appunto questo linguaggio universale,utilissimo a porre in comunicazione quasi immediata la sfera della conoscienza con la zona dell'inconscio individuale e da questa, col mare sottostante.,l'inconscio collettivo.
I simboli,infatti,funzionando come vere e proprie calamite,attraggono altri simboli e portano in superficie le idee ancora in germe,le sensazioni,i sentimenti taciuti troppo a lungo;svolgono in sintesi,il lavoro dello psicologo,aiutano ad associare,a concatenare,a dialogare con se stessi,in vista di una migliore conoscenza del proprio IO
Non a caso sono ormai numerosi i gruppi di ricerca psicologica,soprattutto quando si tratta di analisi di gruppo,che si appoggiano al simbolismo degli ARCANI MAGGIORI per analizzare i vari tipi di comportamenti,i vari ruoli.
L'autoidentificazione con una Lama(un particolare modo di essere)studiata in rapporto con tutte le altre,si trasforma cosi' in una chiara fotografia di se stessi e del proprio modo di relazionarsi agli altri.
In ogni caso,sia che si lavori su un singolo Arcano,sia che lo si relazioni ad altri,per esempio a quello che lo precede o a quello che lo segue nella serie numerica oppure a quello posto specularmente di fronte a esso,la regola di base per meditare sui TAROCHI e' sempre la stessa:entrare in sintonia con la carta,passarvi attraverso,come si si trattasse di una porta aperta,instaurare un immaginario dialogo col personaggio raffigurato,visualizzarla dopo averla fissata a lungo,cercando di ricostruirne a occhi chiusi tutti i dettagli.
A questo punto,le associazioni di idee si presentano spontaneamente.basta pensare alla Lama in questione,alla sua parola chiave,ai suoi attributi e subito si affaccera' alla mente una moltitudine di pensieri,ricordi,associazioni attraverso le quali lasciarsi scivolare dolcemente,quasi si trattasse di rotaie,fin nella zona piu' profonda di se stessiEtichette: ARCHETIPI, CARL GUSTAV YANG, INCONSCIO, LAME, SIMBOLI